San Raffaele Montecompatri Casa di Cura privata accreditata - Via di S. Silvestro, 67 00040 Montecompatri (RM) Tel: 06947811 info.mcompatri@sanraffaele.it
martedì 30 aprile 2013
lunedì 29 aprile 2013
Schizofrenia
Il premio Nobel John Nash ha sofferto di schizofrenia |
Esiste un comune nucleo psicopatologico nelle varie forme di psicosi schizofreniche che possiamo descrivere partendo dal concetto bleuleriano di “scissione”: la scissione psichica si manifesta come disgregazione di identità, dissociazione tra i processi di pensiero, dissociazione tra pensiero ed affettività e dissociazione tra pensiero, affettività e volizione. La schizofrenia comporta: un’alterazione dell’identità dell’io, che è possibile individuare come confusione o perdita di coesione del Sé nel tempo e nello spazio, ed una confusione o perdita dei confini tra il mondo interno ed esterno; un disturbo dei processi di pensiero che si manifesta con difficoltà a costruire pensieri secondo la “logica aristotelica” ed ad aderire ai contenuti di pensiero di base condivisi dal proprio milieu culturale e sociale; un’incoerenza affettiva secondo i criteri del buon senso comune. I sintomi schizofrenici appaiono come le manifestazioni psichiche e comportamentali che direttamente esprimono i tentativi di compensare queste gravi e profonde alterazioni psichiche.
Da un punto di vista clinico-descrittivo i sintomi schizofrenici possono essere divisi sulla base delle loro caratteristiche in: sintomi positivi (deliri, allucinazioni); sintomi negativi (alogia, appiattimento affettivo, apatia, avolizione, anedonia, ritiro sociale); sintomi di tipo disorganizzato (disturbi formali del pensiero, comportamenti bizzarri, incongruità affettiva); sintomi catatonici, che appartengono sia al corredo sintomatologico negativo che a quello disorganizzato, sono manifestazioni in cui emerge un grave disturbo della volizione che appare dissociata dalle altre funzioni psichiche (manierismo, stupor catatonico,catalessia, catatonia, negativismo).
dott.ssa Angela De Marco
domenica 28 aprile 2013
Che cosa si intende per "Primo Episodio di Psicosi"?
Salvador Dalí, L'enigma senza fine (1938) |
L'episodio psicotico avviene in tre fasi, la durata delle quali differisce da una persona all'altra.
Fase 1: Prodromo I primi segni sono vaghi e poco visibili. Potrebbero esserci dei cambiamenti nel modo in cui la persona descrive le sue emozioni, pensieri e percezioni.
Fase 2: Acuta La persona accusa chiaramente sintomi psicotici, quali allucinazioni, illusioni o confusione delle funzioni mentali.
Fase 3: Ricupero La psicosi è curabile e la maggior parte delle persone si rimette. La fase di ricupero varia da una persona all'altra.
I pazienti che soffrono di un "primo episodio psicotico" guariscono, ed in molti casi questi episodi non si ripetono mai più.
(Tratto da www.eppic.org.au)
venerdì 26 aprile 2013
Che cos’è la psicosi?
Hieronymus Bosch, Nave dei folli (1494) |
Quali sono i sintomi?
La psicosi può portare a cambiamenti dell’umore e delle funzioni mentali ed all’insorgere di idee anormali, per cui è molto difficile capire lo stato d’animo in cui si trova il paziente. Per poter capire la psicosi è utile raggruppare insieme i sintomi più caratteristici.
Confusione delle funzioni mentali
Le funzioni mentali relative alla vita di tutti i giorni diventano confuse o non seguono una successione logica. La persona si esprime con frasi poco chiare o che non hanno alcun senso ed ha difficoltà a concentrarsi, a seguire una conversazione o a ricordarsi le cose. Le sue funzioni mentali par che siano molto rapide o molto lente.
Convinzioni false
La persona che soffre di un episodio psicotico è comune che abbia convinzioni false, tali convinzioni prendono il nome di deliri. Essa è convinta che i suoi deliri siano veri al punto che anche il discorso più logico non riesce a farle cambiare idea. Per esempio potrebbe essere convinta che le automobili parcheggiate normalmente per strada siano automobili della polizia che la tengono sotto sorveglianza.
Allucinazioni
La persona che si trova in uno stato di psicosi vede, sente, odora o prova cose che in realtà effettivamente non esistono. Per esempio potrebbe udire voci che nessun altro riesce ad udire o potrebbe vedere cose inesistenti. Le cose potrebbero avere un sapore o un odore come se fossero avariate o addirittura avvelenate.
Cambiamenti emotivi
Salvador Dalì, La persistenza della memoria (1931) |
Cambiamenti comportamentali
L’individuo che soffre di psicosi si comporta in modo diverso dal solito. Può essere estremamente attivo o letargico oppure può rimanere tutto il giorno senza far niente. Talvolta ride quando non è il caso o va in collera oppure è sconvolto senza una causa apparente. Spesso i cambiamenti comportamentali sono correlati ai sintomi sopra descritti. Per esempio una persona che crede di essere in pericolo potrebbe chiamare la polizia mentre un’altra che crede di essere Gesù Cristo potrebbe mettersi a predicare tutto il giorno all’angolo di una strada. C’è chi smette di mangiare perchè si preoccupa che il cibo sia avvelenato o non riesce a dormire perchè ha paura di qualcosa.
(Tratto da www.eppic.org.au)
mercoledì 24 aprile 2013
Una nuova attività...Pupazzi di stoffa!
Ci sentivamo "troppo soli" e abbiamo deciso di creare dei cuccioli fatti con materiale riciclato...
Nulla di trascendentale, solo tanta fantasia... oltre allo stretto indispensabile! Cosa? Calzini colorati, ovatta, bottoni, ago e filo!!
Questo nuovo laboratorio si affianca ed integra quello di lana, cucito e uncinetto, consentendo ai degenti di sbizzarrirsi nella creazione di vari personaggi e animaletti di stoffa.
Ecco a voi in anteprima la nascita della nostra prima ''creatura''!
martedì 23 aprile 2013
Il corpo parla di me...
Il corpo parla di me: una mostra fotografica a cui i pazienti sono stati invitati a partecipare fotografando le parti del proprio corpo ritenute più significative per loro. Il corpo è il protagonista, a volte odiato, a volte amato. Il corpo amato, il corpo che racconta storie e raccoglie tracce di storie.
lunedì 22 aprile 2013
Gruppi Lettura
Gruppi di discussione e lettura sul web o sulla carta stampata delle principali notizie del giorno.
Sono momenti molto importanti per i nostri ospiti, affinché in loro aumenti e venga incentivato l'interesse intorno a quanto accade nel ''mondo esterno'' attraverso lo scambio di opinioni e la discussione di gruppo. Ciò aiuta inoltre a favorire la capacità di condivisione reciproca e la socializzazione tra i degenti del reparto.
...e Corso di disegno tenuto da un paziente: oggi le prime basi della prospettiva...
Stiamo rivoluzionando il nostro Laboratorio di teoria di cucina... ci ha appassionato l'idea di andare a scoprire i menù... di ogni parte del mondo!!! Iniziamo oggi con l'allestimento della mappa e la pianificazione del nostro ''viaggio'' Venite con noi???''
Prepareremo un mappamondo cartaceo con le mete da raggiungere e in ogni appuntamento scopriremo le tradizioni culinarie di un paese diverso. Sarà un modo per consentire ai nostri ospiti di appropriarsi di uno sguardo molteplice e di aprirsi alle diversità culturali attraverso il piacere della scoperta, del gusto e del sapore.
domenica 21 aprile 2013
Il Cineforum della Casa di Cura
San Raffaele Monte Compatri
Il valore terapeutico dei film sta soprattutto nell’opportunità che offrono in rapporto alle emozioni che suscitano. Identificarsi nel protagonista di un film significa provare tutta una gamma di sensazioni di grande valore sotto il profilo emotivo. Tuttavia, proprio perché si tratta di un film, l’intensità di tali emozioni non risulta mai destabilizzante, si riesce quindi a mantenere dalle emozioni una distanza che consente di viverle senza esserne travolti. I film sono selezionati in base ai contenuti ed alle preferenze degli ospiti della Casa di Cura, valutando l’impatto psicologico che questi potrebbe avere sugli spettatori. L’attività di cineforum è un’occasione per valutare le funzioni cognitive come l’attenzione e la concentrazione dei pazienti nei confronti di un’attività che può essere ritenuta dagli stessi più o meno interessante.
Giorni del Cineforum: Martedì, Sabato e Domenica
mercoledì 17 aprile 2013
Laboratorio di scrittura creativa
Quando ero piccolo io...
Nuove pagine scritte, nuove storie e antichi ricordi.
Questa volta è stato proposto l'incipit ''Quando ero piccolo io...''
Quando ero piccolo io... ricordo il giorno che mi sono comprato la motocicletta, una Cagiva elephant 125. Mi sono fatto tante belle girate con lei, anche se non mi sono mai allontanato molto dal paese. E' stata anche un po' una sciagura perché ho fatto un brutto incidente. A momenti mi ammazzavo, poi da quel giorno niente più moto, ma un semplice motorino. Anche con quello mi sono divertito tanto, poi è venuta la macchina... il lavoro... e tutto il resto.
S.P.
Quando ero piccola io... ricordo che la mamma la vedevo molto raramente. Mi sentivo diversa dalle altre bambine, purtroppo in senso negativo. Strana, molto diversa dalle altre e mi rendevo conto che sarebbe stata davvero dura sopravvivere. Oggi quello che sembrava possibile è diventato reale, comunque questo navigare in fondo al mare mi ha insegnato a nuotare, ma non a volare.
L.L.C.
Quando ero piccola io... il significato della parola 'amicizia' aveva un significato diverso. Mi ricordo quando si scendeva in strada ed insieme si giocava a campana o si prendeva le biciclette e si facevao le gare. Secondo me quello è il significato di 'amicizia' pura... si era complici... Oggi come oggi non c'è più tutto ciò... purtroppo si sono persi molti valori... Ora c'è la tecnologia che rovina tutto ciò... I bambini non scendono più per strada ma preferiscono stare ore ed ore dinanzi ai computers, non uscendo più di casa... Quando parlo con i miei nipoti dei miei tempi, quando avevo la loro età, mi rispondono ''Zia, come sei antica!''. Ora il legame che unisce due persone è tramite internet... e non si sa nemmeno chi c'è dietro uno schermo del pc. Le amicizie, le mie, sono un ricordo lontano. Solo ora ho compreso che quelle che avevo io erano solo di convenienza... con una lacrima di gioia concludo dicendo che per me l'amicizia è un qualcosa che va oltre l'amore, è un legame a volte inspiegabile... è una cosa che si sente a pelle.
M.T.D.S.
Quando ero piccolo io...e ho compiuto cinque anni ricordo che mia mamma mi guardava sempre più senza vedermi. Io l'amavo molto e dopo anni ho scoperto che avrei strisciato come un verme per un suo sorriso. Al mio quinto compleanno il regalo che mamma mi fece fu di mandarmi suo fratello Enrico, che abitava in America, a New York. Passai quattro anmni e mezzo di pura felicità con zio e zia che, non potendo avere figli loro, mi davano tutto l'amore di cui io avevo bisogno. Mio zio sperava di poter fare di me sua figlia, ma mia madre, che non era riuscita ad amarmi e forse voleva rendere la mia vita un inferno, mi fece tornare a casa prima che l'adozione potesse diventare definitiva e per me fu la fine.
A.C.
Nuove pagine scritte, nuove storie e antichi ricordi.
Questa volta è stato proposto l'incipit ''Quando ero piccolo io...''
Quando ero piccolo io... ricordo il giorno che mi sono comprato la motocicletta, una Cagiva elephant 125. Mi sono fatto tante belle girate con lei, anche se non mi sono mai allontanato molto dal paese. E' stata anche un po' una sciagura perché ho fatto un brutto incidente. A momenti mi ammazzavo, poi da quel giorno niente più moto, ma un semplice motorino. Anche con quello mi sono divertito tanto, poi è venuta la macchina... il lavoro... e tutto il resto.
S.P.
Quando ero piccola io... ricordo che la mamma la vedevo molto raramente. Mi sentivo diversa dalle altre bambine, purtroppo in senso negativo. Strana, molto diversa dalle altre e mi rendevo conto che sarebbe stata davvero dura sopravvivere. Oggi quello che sembrava possibile è diventato reale, comunque questo navigare in fondo al mare mi ha insegnato a nuotare, ma non a volare.
L.L.C.
Quando ero piccola io... il significato della parola 'amicizia' aveva un significato diverso. Mi ricordo quando si scendeva in strada ed insieme si giocava a campana o si prendeva le biciclette e si facevao le gare. Secondo me quello è il significato di 'amicizia' pura... si era complici... Oggi come oggi non c'è più tutto ciò... purtroppo si sono persi molti valori... Ora c'è la tecnologia che rovina tutto ciò... I bambini non scendono più per strada ma preferiscono stare ore ed ore dinanzi ai computers, non uscendo più di casa... Quando parlo con i miei nipoti dei miei tempi, quando avevo la loro età, mi rispondono ''Zia, come sei antica!''. Ora il legame che unisce due persone è tramite internet... e non si sa nemmeno chi c'è dietro uno schermo del pc. Le amicizie, le mie, sono un ricordo lontano. Solo ora ho compreso che quelle che avevo io erano solo di convenienza... con una lacrima di gioia concludo dicendo che per me l'amicizia è un qualcosa che va oltre l'amore, è un legame a volte inspiegabile... è una cosa che si sente a pelle.
M.T.D.S.
Quando ero piccolo io...e ho compiuto cinque anni ricordo che mia mamma mi guardava sempre più senza vedermi. Io l'amavo molto e dopo anni ho scoperto che avrei strisciato come un verme per un suo sorriso. Al mio quinto compleanno il regalo che mamma mi fece fu di mandarmi suo fratello Enrico, che abitava in America, a New York. Passai quattro anmni e mezzo di pura felicità con zio e zia che, non potendo avere figli loro, mi davano tutto l'amore di cui io avevo bisogno. Mio zio sperava di poter fare di me sua figlia, ma mia madre, che non era riuscita ad amarmi e forse voleva rendere la mia vita un inferno, mi fece tornare a casa prima che l'adozione potesse diventare definitiva e per me fu la fine.
A.C.
Narcisismo: tra normalità e patologia
Antonino Cavallaro
J. W. Waterhouse, Eco e Narciso (particolare) 1903 |
Chiunque si accosti ad uno studio sistematico sul narcisismo non può che rimanere disorientato e confuso, poiché si trova a confrontarsi con uno dei concetti psicoanalitici più importanti ma anche complessi e multiformi.
Sembra non vi sia ad oggi un accordo generale sul significato e sull’uso del termine stesso.
Il termine narcisismo è stato impiegato per illustrare una lunga serie di fenomeni, tra i quali il funzionamento mentale psicotico e normale, una fase particolare dello sviluppo psicosessuale, un tipo di scelta oggettuale, nonchè per spiegare alcuni fenomeni sociali e culturali. Dallo stesso termine discendono poi svariate espressioni che vengono utilizzate anche in contesti differenti tra loro: carica narcisistica, ferita narcisistica, scelta narcisistica, carattere fallico – narcisista etc.
Sembra non vi sia ad oggi un accordo generale sul significato e sull’uso del termine stesso.
Il termine narcisismo è stato impiegato per illustrare una lunga serie di fenomeni, tra i quali il funzionamento mentale psicotico e normale, una fase particolare dello sviluppo psicosessuale, un tipo di scelta oggettuale, nonchè per spiegare alcuni fenomeni sociali e culturali. Dallo stesso termine discendono poi svariate espressioni che vengono utilizzate anche in contesti differenti tra loro: carica narcisistica, ferita narcisistica, scelta narcisistica, carattere fallico – narcisista etc.
Questa varietà di significati e contesti diversi dove il termine viene impiegato è dovuta alla complessità del fenomeno e alla difficoltà di concettualizzazione. Inoltre, come vedremo più avanti, la definizione del termine “narcisismo” appare confusa anche per due diverse approcci: da una parte vi è il narcisismo inteso come investimento del Sé; dall’altra vi sono tutta una serie di studi clinici volti alla definizione delle sindromi che caratterizzano i disturbi della personalità narcisistica. In quest’ultimo caso lo studio si è focalizzato su alcune fattori, come ad esempio l’immagine di sé, l’autostima e le variabilità di investimento affettivo su di sé e su gli altri.
Utilizzato per indicare l’amore per la propria immagine, il termine narcisismo, com’è noto, trae origine dal mito di Narciso, il quale innamoratosi della propria immagine riflessa nell’acqua, annega dopo averla ammirata troppo da vicino.
Nel 1898 Havelock Ellis e Paul Nacke utilizzano per la prima volta questo termine per indicare una perversione dove il proprio corpo è l’oggetto principale dei desideri sessuali.
In ambito psicoanalitico S. Freud distingue invece due tipi di narcisismo: primario e secondario. Nel narcisismo primario il bambino investe la propria energia psichica (libido narcisistica) esclusivamente sul proprio corpo, in un appagamento di tipo autoerotico. In questa fase dello sviluppo psichico vi è l’illusione narcisistica di essere onnipotente e perfetto. In seguito il bambino si confronta con la perdita di questo senso di onnipotenza e dirige una parte di questa energia psichica sull’oggetto (libido oggettuale). Il primo oggetto sessuale investito dalla libido è rappresentato dalla madre (o da chi si prende cura del bambino).
Questa fase dello sviluppo mentale è particolarmente importante per la formazione dell’Io. Un arresto, oppure un processo difettoso di questa tappa dello sviluppo, dispone l'individuo a malattie mentali gravi di tipo psicotico.
Nel 1898 Havelock Ellis e Paul Nacke utilizzano per la prima volta questo termine per indicare una perversione dove il proprio corpo è l’oggetto principale dei desideri sessuali.
In ambito psicoanalitico S. Freud distingue invece due tipi di narcisismo: primario e secondario. Nel narcisismo primario il bambino investe la propria energia psichica (libido narcisistica) esclusivamente sul proprio corpo, in un appagamento di tipo autoerotico. In questa fase dello sviluppo psichico vi è l’illusione narcisistica di essere onnipotente e perfetto. In seguito il bambino si confronta con la perdita di questo senso di onnipotenza e dirige una parte di questa energia psichica sull’oggetto (libido oggettuale). Il primo oggetto sessuale investito dalla libido è rappresentato dalla madre (o da chi si prende cura del bambino).
Questa fase dello sviluppo mentale è particolarmente importante per la formazione dell’Io. Un arresto, oppure un processo difettoso di questa tappa dello sviluppo, dispone l'individuo a malattie mentali gravi di tipo psicotico.
Nel narcisismo secondario si assiste invece ad un ripiegamento sull’Io della libido sottratta agli investimenti oggettuali. La libido viene cioè ritirata dall’aggetto e nuovamente investita sull’Io.
Una certa quota di narcisismo è normale e necessaria a qualunque individuo. Possiamo affermare che il narcisismo sano si colloca in una posizione intermedia lungo un continuum tra due estremi patologici: da una parte un narcisismo eccessivo, caratterizzato da un Sé grandioso, sentimenti di superiorità, arroganza e senso di onnipotenza, dall’altra parte troviamo invece un deficit narcisistico il quale comporta sentimenti di inferiorità, impotenza e scarsa stima di sé.
Un narcisismo sano si troverebbe al centro di questa linea immaginaria.
Agli estremi si collocano quindi due distinti disturbi del narcisismo dove entrambi sottendono comunque un Sé fragile. Nel primo caso, l’individuo con narcisismo caratterizzato da grandiosità appare costantemente impegnato nel bisogno di ammirazione. Egli manca di empatia, pretende approvazione ed è insensibile alle critiche. Pur avendo diverse relazioni sociali non riesce ad instaurare legami affettivi profondi e significativi. È poco sensibile ai bisogni degli altri ed è sostanzialmente incurante dei sentimenti delle persone che lo circondano, tuttavia pretende da questi ultimi favori, trattamenti speciali e ammirazione. Sovente appare arrogante ed invadente.
Un narcisismo sano si troverebbe al centro di questa linea immaginaria.
Agli estremi si collocano quindi due distinti disturbi del narcisismo dove entrambi sottendono comunque un Sé fragile. Nel primo caso, l’individuo con narcisismo caratterizzato da grandiosità appare costantemente impegnato nel bisogno di ammirazione. Egli manca di empatia, pretende approvazione ed è insensibile alle critiche. Pur avendo diverse relazioni sociali non riesce ad instaurare legami affettivi profondi e significativi. È poco sensibile ai bisogni degli altri ed è sostanzialmente incurante dei sentimenti delle persone che lo circondano, tuttavia pretende da questi ultimi favori, trattamenti speciali e ammirazione. Sovente appare arrogante ed invadente.
Vi è poi un’altra tipologia di disturbo narcisistico definito ipervigile (Gabbard, 2000) caratterizzato da un comportamento diametralmente opposto al primo. Il narcisista ipervigile è notevolmente attento agli altri e al giudizio, appare estremamente timido, sensibile alle critiche, si sente facilmente offeso e di frequente rimane ferito con estrema facilità.
Cooper (1999) riferendosi ai due tipi di narcisismo patologico suggerisce le espressioni di overt, per indicare il narcisismo con un Sé grandioso, e covert, per gli individui caratterizzati sentimenti di vulnerabilità e sensibilità.
Caratteristiche cliniche delle forme overt e covert della personalità narcisistica secondo Cooper (1999)
Tratto da La personalità e i suoi disturbi (V. Lingiardi) :
Tratto da La personalità e i suoi disturbi (V. Lingiardi) :
CONCETTO DI SE':
Tipo “overt” Grandiosità. Il soggetto è assorbito da fantasie di successo, ha un immotivato senso di unicità, sente che tutto gli è dovuto ed è solo apparentemente autosufficiente.
Tipo "covert" Inferiorità. Il soggetto ha dubbi continui su se stesso e il proprio valore, si vergogna facilmente; si sente fragile, ma sottilmente ricerca gloria e potere. È ipersensibile alle critiche e alle difficoltà causate dalla realtà.
RELAZIONI INTERPERSONALI:
Tipo “overt” Relazioni numerose, ma superficiali. Intenso bisogno di approvazione, disprezzo per gli altri, spesso mascherato da pseudoumiltà; mancanza di empatia, incapacità di partecipare in modo genuino ad attività di gruppo; nella vita familiare tende a dare più valore ai figli che al partner.
Tipo "covert" Incapacità di dipendere in modo genuino e di fidarsi degli altri; invidia cronica dei talenti, dei beni materiali e delle capacità di avere relazioni oggettuali profonde; mancanza di rispetto per il tempo altrui.
Tuttavia è bene precisare che non vi è una distinzione netta tra le due tipologie di narcisismo, poiché è raro trovare “tipi puri” che appartengono al gruppo overt o covert, sovente nella clinica si osservano entrambe le tipologie, in misura variabile, nel medesimo individuo.
La difficoltà legate alla regolazione dell’autostima sono alla base del disturbo narcisistico di personalità. Secondo Kohut il disturbo narcisistico sottende un problema relazionale con i genitori, un fallimento empatico di questi ultimi i quali non hanno saputo rispondere in modo adeguato alle richieste naturali del Sé del bambino. In questo senso nel narcisista vi sarebbe un blocco della personalità ad una fase infantile dove il Sé diventa grandioso e onnipotente. Secondo Kernberg invece alla base del disturbo vi sarebbe lo sviluppo di un Sé grandioso patologico anormale.
Ad ogni modo la maggior parte degli autori sono concordi nell’affermare che il disturbo narcisistico è strettamente legato ad una grave fragilità della stima di sé, alla quale il soggetto risponde in due diversi modi: o attraverso la ricerca di ammirazione e gloria, oppure attraverso la fuga dagli altri per timore del giudizio. In entrambi i casi lo scopo è quello di rinforzare la propria autostima, costantemente minacciata da un Sé vulnerabile.
La psicoterapia
La psicoterapia indicata per il disturbo narcisistico della personalità è quella psicoanalitica. Tuttavia l’analisi con questi tipi di pazienti è molto ardua e difficoltosa poiché tendono spesso a sabotare la terapia ed gli sforzi del terapeuta. Lo scopo del terapeuta, suggerisce Kohut, è quello di empatizzare con il paziente, al fine di far emergere e riattivare la fallita relazione con i genitori e comprendere quali siano gli aspetti maggiormente vulnerabili per il Sé. L’analisi dovrebbe considerarsi conclusa quando il paziente riesce a trovare nuove forme di relazione con gli oggetti – Sé e vivere le relazioni interpersonali in modo più genuino e maturo.
Bibliografia
Freud S. (1914), Introduzione al narcisismo, trad. it. in Opere, vol.VII, Boringhieri, Torino 1977.
Freud S. (1938), Compedio di psicoanalisi, trad. it. in Opere, vol. XI, boringhieri, torino 1979.
Gabbard G.O. (2000), Psichiatria psicodinamica, nuova edizione basata sul DSM, trad it. Raffaello Cortina, Milano 2002.
Galimberti U. (2006), Dizionario di psicologia, De Agostini, Novara.
Kernberg O. (1884), Disturbi gravi di personalità, trad. it. Boringhieri, Torino 1987.
Kouth H. (1971), Narcisismo e analisi del sè, trad. it. Boringhieri, Torino 1976.
Lingiardi V. (2004), La personalità e i suoi disturbi, Il Saggiatore, Milano.
martedì 16 aprile 2013
Laboratorio di ceramica
Alcune creazioni dei nostri ospiti...
..dalle mani pazienti dei nostri ospiti, un regalo in cotone americano per la stanza dei colloqui di psicoterapia
..dalle mani pazienti dei nostri ospiti, un regalo in cotone americano per la stanza dei colloqui di psicoterapia
sabato 13 aprile 2013
Laboratorio di Giardinaggio
Il laboratorio di giardinaggio promuove l’uso, attivo o passivo, dell’orticoltura, del giardinaggio e degli ambienti naturali per promuovere nelle persone salute, benessere e recupero psico-fisico.
Attraverso il contatto con la terra, si sperimenta un modo unico e semplice di mantenersi in forma, di tornare a prendere confidenza con se stessi, di rimettersi in gioco e di raggiungere risultati che apportano positività e benessere.
Far crescere una coltura innesca nel paziente senso di orgoglio e soddisfazione, contribuisce a sviluppare senso di responsabilità, stimola capacità cognitive e muscolari. Abbellire il giardino di un terrazzo aiuta a sollecitare creatività ed immaginazione, rafforzando così fiducia e autostima e favorendo i rapporti con gli altri.
giovedì 11 aprile 2013
LiberaMente - Giornalino
Mensile del reparto di psichiatria del
San Raffaele di Montecompatri.
Distribuzione gratuita.
liberamente@gmail.com
Distribuzione gratuita.
liberamente@gmail.com
Si ringraziano tutte le voci del
reparto di psichiatria del San
Raffaele di Montecompatri che
hanno partecipato alla
realizzazione di questo primo
numero.
reparto di psichiatria del San
Raffaele di Montecompatri che
hanno partecipato alla
realizzazione di questo primo
numero.
BENVENUTO AL MONDO… LiberaMente!!!!
Con questo giornalino abbiamo voluto dar voce al Reparto di Psichiatria della Clinica San Raffaele di Montecompatri. LiberaMente nasce come un nuovo mensile che verrà distribuito gratuitamente non solo all’interno della clinica ma anche dall’edicola del paese. L’obiettivo che questo mensile si pone e si porrà nel tempo è quello di “dar voce a delle voci” che troppe volte non vengono ascoltate. LiberaMente avrà un tema ogni mese, sul quale i nostri pazienti scriveranno i loro articoli. Per il primo numero la scelta è ricaduta su un tema che tocca profondamente il mondo della malattia mentale: la “diversità”. Abbiamo cercato di affrontare il tema della diversità in tutte le sue sfaccettature, dalle diversità religiose, culturali, etc…fino ad arrivare alla visione che una persona con patologie psichiatriche ha della propria immagine e di quella degli altri, i cosidetti “normali”. Da Franco Basaglia in poi l’osmosi tra la malattia mentale e il resto del mondo non è più un sogno irrealizzabile, è dunque questa la ragione per la quale lasciamo uscire da un reparto che non vuole essere ermeticamente chiuso tutte le sue voci ed espressioni. A chi legge chiediamo attenzione, comprensione e partecipazione. Grazie a tutti i nostri futuri lettori.
Con questo giornalino abbiamo voluto dar voce al Reparto di Psichiatria della Clinica San Raffaele di Montecompatri. LiberaMente nasce come un nuovo mensile che verrà distribuito gratuitamente non solo all’interno della clinica ma anche dall’edicola del paese. L’obiettivo che questo mensile si pone e si porrà nel tempo è quello di “dar voce a delle voci” che troppe volte non vengono ascoltate. LiberaMente avrà un tema ogni mese, sul quale i nostri pazienti scriveranno i loro articoli. Per il primo numero la scelta è ricaduta su un tema che tocca profondamente il mondo della malattia mentale: la “diversità”. Abbiamo cercato di affrontare il tema della diversità in tutte le sue sfaccettature, dalle diversità religiose, culturali, etc…fino ad arrivare alla visione che una persona con patologie psichiatriche ha della propria immagine e di quella degli altri, i cosidetti “normali”. Da Franco Basaglia in poi l’osmosi tra la malattia mentale e il resto del mondo non è più un sogno irrealizzabile, è dunque questa la ragione per la quale lasciamo uscire da un reparto che non vuole essere ermeticamente chiuso tutte le sue voci ed espressioni. A chi legge chiediamo attenzione, comprensione e partecipazione. Grazie a tutti i nostri futuri lettori.
Alice Turrini e Isabella Badalì,
Tecnici della riabilitazione psichiatrica
PENSIERI FLUTTUANTI NEI CORRIDOI DEL
SAN RAFFAELE
Il pensiero riaffiora e quando puoi
accorri immediato per riprendere in
mano la vita. Non facendoti abbattere
dalla tristezza e dalla malinconia riesci a
portare rispetto nella tua vita. Evitando
qualsiasi persona tu incontri ti porterà a
disprezzarla ma se sai rispettarla
riuscirai ad incontrare più persone che
fanno per te.
L’esclusione di sé rispetto a tutti non
porterà che ad evitare l’incontro di una
persona che aspettava di incontrarti.
La casualità più bella avviene quando
sei aperto in te e verso gli altri.
Pensieri oscillanti variano tra qualcosa
che con la volontà della proprio persona
incontrano il momento più buono, ti
consiglierai di muoverti nel modo più
giusto.
Il bene ed il male c’è, l’influenza nel
saper riconoscere bene il lato più
evidente che una semplice apparenza
riaffiorerà qualcosa in più di
un’impressione lieve.
L’accoglienza tua verso terzi fa sì che
varie persone di diverso genere si
incontrino evitando discussioni se nel
campo c’è il rispetto di tutti i partecipanti.
Giulia
Clicca sul giornalino qui in basso per visualizzare tutti gli articoli
saper riconoscere bene il lato più
evidente che una semplice apparenza
riaffiorerà qualcosa in più di
un’impressione lieve.
L’accoglienza tua verso terzi fa sì che
varie persone di diverso genere si
incontrino evitando discussioni se nel
campo c’è il rispetto di tutti i partecipanti.
Giulia
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mercoledì 10 aprile 2013
Dal Laboratorio di Scrittura Creativa....
La voce dei nostri ospiti
Per il Laboratorio di Scrittura Creativa, le parole che abbiamo scelto oggi sono tre: ''silenzio'', ''scarpe'' e ''casa''. Le nostre mani le hanno pescate, per lasciare indietro ''dolcezza'', ''spiraglio'', ''spazio''.
I pensieri che sono nati nel mettere parole insieme sono questi che potete leggere:
Nel silenzio della vita ho ricevuto molta solitudine. Sono nata nel silenzio della non-accettazione, la mia mamma non voleva me, ma ciò che nella sua mente era la forza, la soddisfazione dei suoi bisogni, la sua felicità (un maschio). Non c'è stata festa per la mia nascita, ma un attonito silenzio e un'amara delusione. Ho avuto ciò che nessun bimbo o bimba avrebbe mai meritato (alcolismo).
Ho cercato di essere ciò che lei voleva, ma ero sempre carente, rotta, mancante di ciò che poteva essere la sua felicità. Ero una bambina e, nel silenzio dei sentimenti, colpevole di essere nata. Quattro figli, tre femmine ed un maschio, e la decisione di mettere del cognac nel biberon perché non dessi noia, perché il mio vivere era d'inciampo. Non ho mai creduto che un figlio potesse essere una maledizione perché io ho avuto tre maschi e una femmina e, anche se volevo solo femmine, li amo tutti tantissimo. 'Il silenzio degli innocenti' grida vendetta al cielo, nessuno potrà mai colmarlo, perché è solo l'assenza d'amore e l'infinita solitudine di chi non dovrebbe esistere.
(A.C.)
La casa immersa nel silenzio della quiete della sera, con solo il rumore della suola delle scarpe nuove comprate il dì di fiera. Il focolare acceso e il gattino accucciato sulla pantofolina della mia bambina. Tutti si riposano in questo silenzio d'oro. Io leggo i miei scritti e medito un poco sul mio lavoro. Poi ci incontreremo nell'allegria del desco, tutti insieme alla cena preparata dalle donne di casa. Cara casa di campagna mia...
D.S.
In genere il silenzio mette angoscia, imbarazzo, io invece mi ci ritrovo. Non sono una gran chiacchierona e nel silenzio mi sento molto più che nella confusione, non mi imbarazzo, non mi angoscio. Da piccola giocavo sempre sola e passavo le ore in silenzio. Che bello il silenzio quando a scuola la maestra ti dice ''E ora tutti zitti e in silenzio!'', il silenzio di un luogo, il silenzio che puoi ritagliarti in un attimo di caos. ''La casa nasconde ma non ruba'', ad avercela una casa... sballottata di qua e di là, Leone ha il suo giardino. Casa, luogo di ritrovo di un singolo o di una famiglia, servirebbe una casa per tutti gli sfollati, una casa per
tutti, ecco cosa farei. Il calzolaio dalle scarpe rotte, come si dice con la salute. Un paio di scarpe nuove puoi girare tutto il mondo, scarpe comode ovviamente, che abbiano dei lacci. Nelle favole c'è chi si perde una scarpetta, nella realtà le scarpe è difficile che si smarriscano, rimangono bel aderenti ai piedi come fossero colla. Le scarpe con il tacco tanto silenzio non fanno, anzi, sono piuttosto rumorose, c'è un triller che si intitola ''Il silenzio degli innocenti'', non so bene cosa c'entri ma in genere i più silenziosi sono sempre i più sensibili. Oh casa dolce casa, a pensare che c'è chi abita sotto un cartone!
G.
Il silenzio assurdo in cui vivono tanti fa comprendere il dolore, la paura, la solitudine. Fa spegnere la gioia di vivere, silenziosamente, c'è un altro silenzio, quello che fa gioire e vivere l'amore e altri atteggiamenti, gli sguardi d'amore... dei vostri cari.
M.R.
Per il Laboratorio di Scrittura Creativa, le parole che abbiamo scelto oggi sono tre: ''silenzio'', ''scarpe'' e ''casa''. Le nostre mani le hanno pescate, per lasciare indietro ''dolcezza'', ''spiraglio'', ''spazio''.
I pensieri che sono nati nel mettere parole insieme sono questi che potete leggere:
Nel silenzio della vita ho ricevuto molta solitudine. Sono nata nel silenzio della non-accettazione, la mia mamma non voleva me, ma ciò che nella sua mente era la forza, la soddisfazione dei suoi bisogni, la sua felicità (un maschio). Non c'è stata festa per la mia nascita, ma un attonito silenzio e un'amara delusione. Ho avuto ciò che nessun bimbo o bimba avrebbe mai meritato (alcolismo).
Ho cercato di essere ciò che lei voleva, ma ero sempre carente, rotta, mancante di ciò che poteva essere la sua felicità. Ero una bambina e, nel silenzio dei sentimenti, colpevole di essere nata. Quattro figli, tre femmine ed un maschio, e la decisione di mettere del cognac nel biberon perché non dessi noia, perché il mio vivere era d'inciampo. Non ho mai creduto che un figlio potesse essere una maledizione perché io ho avuto tre maschi e una femmina e, anche se volevo solo femmine, li amo tutti tantissimo. 'Il silenzio degli innocenti' grida vendetta al cielo, nessuno potrà mai colmarlo, perché è solo l'assenza d'amore e l'infinita solitudine di chi non dovrebbe esistere.
(A.C.)
La casa immersa nel silenzio della quiete della sera, con solo il rumore della suola delle scarpe nuove comprate il dì di fiera. Il focolare acceso e il gattino accucciato sulla pantofolina della mia bambina. Tutti si riposano in questo silenzio d'oro. Io leggo i miei scritti e medito un poco sul mio lavoro. Poi ci incontreremo nell'allegria del desco, tutti insieme alla cena preparata dalle donne di casa. Cara casa di campagna mia...
D.S.
In genere il silenzio mette angoscia, imbarazzo, io invece mi ci ritrovo. Non sono una gran chiacchierona e nel silenzio mi sento molto più che nella confusione, non mi imbarazzo, non mi angoscio. Da piccola giocavo sempre sola e passavo le ore in silenzio. Che bello il silenzio quando a scuola la maestra ti dice ''E ora tutti zitti e in silenzio!'', il silenzio di un luogo, il silenzio che puoi ritagliarti in un attimo di caos. ''La casa nasconde ma non ruba'', ad avercela una casa... sballottata di qua e di là, Leone ha il suo giardino. Casa, luogo di ritrovo di un singolo o di una famiglia, servirebbe una casa per tutti gli sfollati, una casa per
tutti, ecco cosa farei. Il calzolaio dalle scarpe rotte, come si dice con la salute. Un paio di scarpe nuove puoi girare tutto il mondo, scarpe comode ovviamente, che abbiano dei lacci. Nelle favole c'è chi si perde una scarpetta, nella realtà le scarpe è difficile che si smarriscano, rimangono bel aderenti ai piedi come fossero colla. Le scarpe con il tacco tanto silenzio non fanno, anzi, sono piuttosto rumorose, c'è un triller che si intitola ''Il silenzio degli innocenti'', non so bene cosa c'entri ma in genere i più silenziosi sono sempre i più sensibili. Oh casa dolce casa, a pensare che c'è chi abita sotto un cartone!
G.
Il silenzio assurdo in cui vivono tanti fa comprendere il dolore, la paura, la solitudine. Fa spegnere la gioia di vivere, silenziosamente, c'è un altro silenzio, quello che fa gioire e vivere l'amore e altri atteggiamenti, gli sguardi d'amore... dei vostri cari.
M.R.
La fisioterapia nel nostro reparto
Nel nostro reparto vengono svolti interventi fisioterapici individuali e di gruppo. Esercizi di riscaldamento muscolare, ginnastica respiratoria, ginnastica correttiva e posturale.
Le attività si svolgono principalmente la mattina dalle ore 10,00 alle ore 11,00.
Sotto: il nostro fisioterapista di reparto Yousef Abu All Hawa durante una seduta di riabilitazione.
Le attività si svolgono principalmente la mattina dalle ore 10,00 alle ore 11,00.
Sotto: il nostro fisioterapista di reparto Yousef Abu All Hawa durante una seduta di riabilitazione.
martedì 9 aprile 2013
La diagnosi psicodinamica
Servizio di Psicologia Clinica della
Casa di Cura San Raffaele Monte Compatri
La diagnosi psicodinamica è una valutazione della personalità e dei suoi disturbi. Essenzialmente permette la programmazione di un trattamento, sia esso psicoterapico sia, eventualmete, farmacologico.
Comunemente si distingue una diagnosi "descrittiva", basata sui criteri diagnostici del DSM (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), attraverso la quale viene fornita "l'etichetta" giusta ad una sofferenza psichica, e una diagnosi psicodinamica, dove vengono prese in considerazione gli aspetti della personalità profonda. La diagnosi descrittiva ha la sua utilità nel programmare un intervento farmacoterapico, mentre una valutazione psicodinamica consente di avere un quadro approfondito delle dinamiche e della struttura della personalità. Quest'ultimo tipo di diagnosi è utile per comprendere il paziente e la sua malattia, il modo come egli vive la sofferenza psichica, nonchè le eventuali risorse personali sulle quali può contare per ristabilirsi. Infine la diagnosi psicodinamica consente una maggiore precisione nella pianificazione di un percorso psicoterapeutico.
Gli strumenti impiegati per una valutazione psicodinamica del paziente sono i colloqui psicologici, i test ed eventuali esami medici e neurologici.
Una diagnosi psicodinamica completa dovrebbe comprendere l'analisi e la valutazione dei seguenti aspetti:
una raccolta dei dati anamnestici; esame dello stato mentale (orientamento e percezione, cognizione, affettività e azione);
Somministrazione di test proiettivi
Diagnosi descrittiva al DSM - IV tr;
Caratteristiche dell'IO (punti di forza e debolezza, meccanismi di difesa utilizzati etc.);
qualità delle relazioni interpersonali;
Caratteristiche del Sè (stima di Sè, coesione del Sè, confini del Sè etc.).
Il Servizio di Psicologia Clinica della Casa di Cura San Raffaele Montecompatri si avvale di diversi strumenti di valutazione psicodiagnostica e monitoraggio, al fine di valutare lo stato di salute mentale dei pazienti.
Oltre ai colloqui clinici, che rappresentano l’approccio d’elezione per una corretta psicodiagnosi, la Casa di Cura utilizza strumenti quali test e scale psichiatriche. In particolare test proiettivi quali Rorschach e TAT, ma anche MMPI-2 risultano di notevole valore clinico poiché completano la diagnosi psicologica e permetto interventi terapeutici mirati e precisi. Inoltre questi strumenti clinici integrano gli interventi del personale medico psichiatrico, il quale può stabilire con maggior precisione la terapia farmacologica sul singolo paziente.
Infine la diagnosi psicodinamica aiuta a stabilire specifici interventi psicoterapeutici effettuati in fase di ricovero, sia essi di tipo espressivo sia di tipo supportivo. Spesso infatti questi vengono definiti dopo una attenta valutazione psicologica del paziente e delle sue risorse personali, nonché da una attenta stima delle risorse territoriali di cui si dispone dopo il ricovero.
domenica 7 aprile 2013
Attività di Riabilitazione
Ecco il programma delle attività che al momento svolgiamo nelle stanze dei laboratori:
tutti i giorni:
·
fisioterapia di gruppo;
·
laboratorio ludico-educativo;
·
laboratorio di riabilitazione cognitiva;
Le altre attività sono così distribuite settimanalmente:
Lunedì
corso di informatica di base (teorico-pratico)
laboratorio della lana e dell'uncinetto
laboratorio teorico di cucina
laboratorio di scacchi
Martedì
laboratorio di ceramica raku
progetto benessere
cineforum
''La nascita di una compagnia teatrale'' (tenuto da un paziente che conosce il settore)
Mercoledì
laboratorio cotoni americani
scrittura creativa e disegno
laboratorio pratico di cucina
laboratorio di scacchi
Giovedì
''L'ora del the'' (nel pomeriggio serviamo the e biscotti ai pazienti e li invitiamo a trattenersi nella stanza tutti insieme)
beauty farm
laboratorio di decoupage
corso di lingua inglese
Venerdì
laboratorio di creta e fimo
laboratorio di cotoni americani
scrittura creativa e disegno
''La nascita di una compagnia teatrale''
Sabato
beauty farm
cineforum
laboratorio di ceramica raku
laboratorio di scacchi
Domenica
cineforum
attività libera
- psico-
relazionale: volta a favorire l’integrazione del singolo all’interno del
gruppo, la socializzazione e la condivisione dei vissuti, la consapevolezza di
sé e dell’altro;
-
pratico-manuale: volta a favorire lo sviluppo prassico e ad aumentare le
autonomie personali;
-
creativo-ricreativa: attività di tipo ludico-didattico volte a riscoprire il
ruolo del gioco nell'adulto e a favorire l’apprendimento di conoscenze base
della realtà quotidiana.
Tali attività,
che terranno anche conto del periodo annuale in cui si svolgeranno e delle
ricorrenze di calendario (es. festività natalizie, Carnevale, etc), sono
calibrate sugli interessi, sulle abilità e potenzialità dei pazienti coinvolti,
con l’intento di supportare, sostenere e rafforzare gli obiettivi previsti nel
loro percorso terapeutico individuale.
Nello specifico,
vengono qui di seguito esposte nel dettaglio:
- Fisioterapia di gruppo
Operatori
coinvolti: fisioterapista.
- Laboratorio ludico-educativo
Le attività e i
giochi proposti all’interno del progetto si avvalgono di tecniche diverse quali
la scrittura creativa, il disegno, il movimento, l’espressione corporea, il
training affermativo e le tecniche grafico-proiettive, con lo scopo di far
raggiungere ai partecipanti (operatori ed utenti) una rielaborazione,
riunificazione e condivisione dei propri contenuti esistenziali in maniera
coerente e significativa. Le suddette vengono svolte sia individualmente che in
setting gruppale.
Operatori
coinvolti: T.R.P, T.O., E.P.
- Laboratorio di riabilitazione cognitiva
L’insieme delle
attività è utile per il miglioramento, il potenziamento, lo sviluppo e
l’acquisizione (qualora non fossero presenti) delle funzioni cognitive quali la
memoria, l’attenzione, la percezione, il riconoscimento e la comprensione delle
informazioni del mondo esterno, la capacità di dare risposte adeguate, di farsi
capire con le parole e le azioni, l’orientamento nello spazio e nel tempo e la
gestione del denaro. Vengono utilizzate schede cartacee o in alternativa cd-rom
interattivi.
Operatori
coinvolti: T.R.P, T.O, E.P.
Il laboratorio di giardinaggio
Il laboratorio di giardinaggio promuove l’uso, attivo o passivo, dell’orticoltura, del giardinaggio e degli ambienti naturali per promuovere nelle persone salute, benessere e recupero psico-fisico. Attraverso il contatto con la terra, si sperimenta un modo unico e semplice di mantenersi in forma, di tornare a prendere confidenza con se stessi, di rimettersi in gioco e di raggiungere risultati che apportano positività e benessere. Far crescere una coltura innesca nel paziente senso di orgoglio e soddisfazione, contribuisce a sviluppare senso di responsabilità, stimola capacità cognitive e muscolari. Abbellire il giardino di un terrazzo aiuta a sollecitare creatività ed immaginazione, rafforzando così fiducia e autostima e favorendo i rapporti con gli altri.
Il laboratorio di giardinaggio
Il laboratorio di giardinaggio promuove l’uso, attivo o passivo, dell’orticoltura, del giardinaggio e degli ambienti naturali per promuovere nelle persone salute, benessere e recupero psico-fisico. Attraverso il contatto con la terra, si sperimenta un modo unico e semplice di mantenersi in forma, di tornare a prendere confidenza con se stessi, di rimettersi in gioco e di raggiungere risultati che apportano positività e benessere. Far crescere una coltura innesca nel paziente senso di orgoglio e soddisfazione, contribuisce a sviluppare senso di responsabilità, stimola capacità cognitive e muscolari. Abbellire il giardino di un terrazzo aiuta a sollecitare creatività ed immaginazione, rafforzando così fiducia e autostima e favorendo i rapporti con gli altri.
- Attività
in sala multimediale
Le attività prevedono la visione di film, il
karaoke, giochi interattivi, utilizzo di PC con navigazione in internet e
qualunque altra attività che comporti l’uso di strumenti multimediali.
Operatori
coinvolti: T.R.P., E.P., T.O., A.S.S. con funzioni educative.
- Corso di maglia, cucito e uncinetto
Il corso prevede
l’acquisizione di tecniche necessarie alla realizzazione a mano di vari
prodotti in lana e cotone.
Operatori
coinvolti: T.R.P., E.P., T.O., A.S.S. con funzioni educative, con la
collaborazione e il supporto di uno dei degenti.
- ‘’Il giornalino del reparto’’
Gli operatori
insieme ai degenti selezionano settimanalmente notizie e argomenti di attualità
e di loro interesse, in modo poi da poterli elaborare attraverso l’utilizzo del
PC per la stesura di articoli che saranno via via inseriti all’interno del
portale del Giornalino.
Operatori
coinvolti: T.R.P, T.O., E.P.
- Corso di ceramica raku, fimo, creta
Il corso prevede
l’utilizzo e la manipolazione di questi materiali per la realizzazione di
manufatti artistici di vario tipo.
- ‘’Progetto benessere’’
Tale progetto è
finalizzato al raggiungimento da parte dei degenti coinvolti di uno stile di
vita sano attraverso la valutazione iniziale dello stile di vita, il controllo
del peso, l’attività fisica, l’acquisizione di informazioni sul corretto stile
di vita e alimentare.
Operatori
coinvolti: T.R.P, T.O., E.P.
- Cineforum
Si tratta di
un’attività strutturata in cui i degenti assistono alla proiezione di un film
con tematica selezionata dall’equipe e al termine sono invitati a partecipare
ad una discussione di gruppo con cui condividere impressioni e vissuti
emozionali.
Operatori
coinvolti: T.R.P, T.O., E.P., A.S.S. con funzioni educative.
- Laboratorio
di scrittura creativa
Questa attività prevede il coinvolgimento
dei degenti in attività di scrittura (sia in forma poetica che in forma
narrativa), lettura ad alta voce ed interpretazione di testi letterari.
Operatori coinvolti: T.R.P, T.O., E.P.,
A.S.S. con funzioni educative.
- Beauty
farm
Il progetto ha come obiettivo sostanziale
il raggiungimento di un’adeguata cura del sé, oltre ad essere un’occasione in
cui i degenti possono relazionarsi fra loro attraverso la reciprocità fisica.
Operatori coinvolti: T.R.P, T.O., E.P.
- Laboratorio
di decoupage
Questo laboratorio prevede l’acquisizione della
tecnica di decorazione ‘decoupage’ che prevede
l’incollaggio su oggetti di vario genere (in
ceramica, in vetro, in legno) di carta
di riso
decorata o monocolore e cartoncino.
Operatori coinvolti: T.R.P, T.O., E.P., A.S.S.
con funzioni educative.
- Laboratorio
‘’Informatica''
Si spiega ai degenti l'utilizzo del pc, i programmi base del pacchetto office, la navigazione su internet.
- Laboratorio di scacchi
Corso al momento tenuto da alcuni pazienti particolarmente capaci nel gioco degli scacchi e della dama.
- Corso
di lavorazione dei cotoni americani (patchwork)
Si realizzano coperte, cuscini e simili
attraverso la tecnica del patchwork che consiste nell’unione, tramite
cucitura, di diverse parti di tessuto di vario
colore, generalmente ma non esclusivamente di cotone.
Operatori coinvolti: T.R.P, T.O., E.P., A.S.S.
con funzioni educative.
- Corso
di cucina
Durante il corso, tenuto da uno dei degenti con
il supporto dell’equipe, verranno condivise le ricette di
cucina scelte dai partecipanti. Ogni ricetta
sarà suddivisa in momenti separati: la selezione degli
ingredienti, la scomposizione in procedure,
l’illustrazione delle varie fasi e del prodotto finito.
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